Trattamento alopecia

  • Tipologia del trattamento
  • Durata del trattamento
  • Durata del risultato

Descrizione

La caduta completa dei capelli in una zona (alopecia) o in tutto il cuoio capelluto è uno dei fenomeni più temuti sia dagli uomini che dalle donne. È normale perdere fino a qualche decina di ciocche ogni giorno, perché hanno un proprio ciclo vitale al termine del quale cadono. Questo fenomeno passa inosservato perché una piccola percentuale di capelli si perde, se ne formano di nuovi e i capelli non cambiano. Esiste un trattamento alopecia? La risposta è sì.

Molti fattori tra cui principalmente lo stress ma anche malattie infettive e croniche, carenza di nutrienti, ipotiroidismo e alcuni farmaci possono causare telogen effluvium, un aumento del numero di capelli che cadono: il diradamento diventa visibile e “drammatico”.

Quando la caduta non è seguita dalla ricrescita, compare l’alopecia. La forma circoscritta (alopecia aerata) si manifesta ancora e soprattutto per lo stress, ma anche per fenomeni autoimmuni. L’alopecia androgenetica è una forma comune, soprattutto negli uomini, dove progredisce dalla regione frontale alla nuca. Nelle donne, può verificarsi nella parte superiore della testa dopo la menopausa. La causa è il DHT (un ormone derivato dal testosterone) che, per ragioni genetiche, aumenta sia la concentrazione che la sensibilità dei recettori del cuoio capelluto.

L’alopecia può essere trattata con la mesoterapia. Essa consiste nella diffusione di sostanze o principi attivi per via intradermica, con l’obiettivo di riattivare il funzionamento dei follicoli piliferi. Si tratta di piccole iniezioni non molto profonde, effettuate direttamente nel cuoio capelluto, con l’intento di prevenire la caduta dei capelli, migliorandone la densità e la qualità.

Il liquido utilizzato per il trattamento alopecia a piccole dosi, è composto da:

  • Aminoacidi;
  • Vitamine;
  • Polinucleotidi;

Indicazioni

Il numero di sessioni di mesoterapia necessarie, varia da persona a persona e in base alle condizioni soggettive.

L’area del trattamento, formata da quadrati di 1cm di lato, è prima di tutto passata con un antisettico. In seguito viene anestetizzata ed è resa più morbida mediante acqua. Usando dei sottilissimi aghi, il preparato viene iniettato nel derma.

E’ possibile anche trattare l’alopecia con l’esclusivo Intraject,  un dispositivo medicale di ultima concezione nel quale confluiscono tre tecnologie di comprovata efficacia clinica, la Radiofrequenza, l’Elettroporazione e l’energia al Plasma. Intraject è composta da tre generatori che operano con frequenza e impulsi diversi, controllati da un software molto sofisticato.

Nello specifico dell’alopecia si sfruttano le tecnologie Porationwave e Radiowave.

Porationwave: Si tratta di correnti modulate che permeabilizzano la membrana plasmatica delle cellule in numerosi punti, permettendo alle molecole di principi attivi di penetrare.

Radiowave: Il trattamento permette di surriscaldare il sottocutaneo per un’azione ristrutturante e rimodellante, favorendo un miglioramento del microcircolo con un effetto biorivitalizzante completo.

Utilizzo

Durata

Vengono generalmente raccomandate dalle 3 alle 5 sessioni di mesoterapia, che possono essere integrate con altri trattamenti come il plasma ricco in piastrine (PRP), per ottenere migliori risultati.

Normalmente i trattamenti vengono eseguiti ogni due giorni e, man mano che i capelli migliorano, le sedute possono essere distanziate ogni 3 o 4 settimane.

Una seduta di Intraject  dura mediamente all’incirca 30 minuti e a seconda della tecnologia utilizzata può avere un intervallo tra una seduta e l’altra da 7 a 30 giorni.

Risultati

La mesoterapia è subito efficace, stimola la ricrescita dei capelli, garantisce un protocollo medico continuo, non provoca i comuni effetti collaterali delle terapie anticalvizie ed è selettivo, nel senso che si può far arrivare il farmaco laddove effettivamente serve. Ricordiamo che si tratta di una terapia medica che viene eseguita nei centri Tricomedit solo da personale medico qualificato e praticata in ambulatorio medico autorizzato. Ill dispositivo Intraject è allo stesso modo particolarmente consigliato, anche a seguito del trapianto di capelli, per favorirne la crescita e ispessirne il volume.

Costi

FAQ

Alopecia androgenetica: maschile o femminile?
Affligge circa l’80% degli uomini, ma anche il 35% delle donne in età fertile e ben il 50% di quelle in menopausa.
A che età può svilupparsi l’alopecia androgenetica?
Nell’uomo molto presto: subito dopo la pubertà e la maturazione sessuale e non sono infrequenti casi già molto compromessi attorno ai 18-20 anni. Il fenomeno ha il suo picco tra i 20 e i 30 anni, progredisce fino ai 40-50 e poi rallenta o si ferma. Anche nelle donne si può manifestare in giovane età, a partire dai 16-20 anni per quelle in età fertile, con una progressione lenta ma costante fino ai 45-50 anni. Quando subentra la menopausa anche la donna che non aveva mai sofferto di questo disturbo può andare incontro a calvizie androgenetica molto pronunciata e quelle donne che già manifestavano dei problemi vedono una recrudescenza del fenomeno.
Come si presenta?
Di solito NON si presenta con un considerevole aumento del numero dei capelli che cadono e, anzi, molti soggetti diventano calvi perdendo pochissimi capelli al giorno. Il primo segno dell’avvento di una calvizie è l’assottigliamento progressivo dello stelo, inizialmente non apprezzabile ad occhio nudo, poi sempre più palese. Altri sintomi sono una maggiore probabilità da parte degli steli di spezzarsi, un aspetto meno brillante della chioma ed una più difficile pettinabilità e tenuta della piega. Sono sintomi poco evidenti e, poiché non provocano variazioni consistenti dell’aspetto, molti sono portati a sottovalutarli, cullandosi nella speranza che prima o poi tutto tornerà come prima. Si tratta di un grave errore, perché l’efficacia delle cure è strettamente legata alla tempestività di intervento: laddove c’erano capelli perduti molti anni prima, infatti, ci sono matrici che è difficile o impossibile recuperare. Tutti i soggetti che presentano casi di ascendenti affetti da alopecia androgenetica (non solo padre e madre, ma anche zii paterni e materni e nonni) dovrebbero far valutare il proprio caso con un check-up che comprenda almeno il tricogramma intorno ai 18-20 anni anche se ancora non si sono evidenziati particolari problemi.
Il nonno è calvo, lo zio no, il papà in parte … e io? La predisposizione è una condanna?
Non sempre chi ha il padre calvo è destinato ad identico destino in quanto non siamo suoi cloni ma cocktail di patrimoni genetici. Se però qualcuno degli ascendenti (genitori o nonni) ha “trasmesso” il gene dell’alopecia il destino è (quasi) ineluttabile. Quel “quasi” fra parentesi è dovuto al fatto che ogni persona possiede due esemplari dello stesso gene, provenienti uno dal padre e l’altro dalla madre. La combinazione che si realizza è spesso imprevedibile come è ampiamente dimostrato dall’alto numero di figli calvi con padri con chioma folta e viceversa. Naturalmente se la predisposizione inizia a manifestarsi c’è un unico modo per impedire che la calvizie si manifesti: una cura iniziata ai primissimi sintomi del fenomeno. E’ opinione diffusa che una malattia ereditaria non si possa curare, ma la medicina, per nostra fortuna, è in grado di curare malattie geneticamente trasmesse di gravità ben peggiore della calvizie. Alcuni esempi? L’emofilia A, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa essenziale, l’ulcera gastrica e il diabete mellito che possono essere tenute sotto controllo con terapie specifiche che consentono a chi ne soffre di vivere bene. Un’alopecia androgenetica curata adeguatamente può essere inibita con la conseguente sensibile riduzione delle possibilità di diventare calvi.
Si può curare? Quali i risultati?
In un numero sempre maggiore di casi la risposta è si. Chi afferma il contrario lo fa perché ignora l’esistenza di principi che hanno dimostrato di essere efficaci o perché mosso da evidenti interessi commerciali. Certo chi pretende di curarsi con una pillola presa una volta a settimana, o con una decina di fialette due volte l’anno, è meglio che si rassegni al diradamento e alla calvizie. Almeno nelle prime fasi, le cure contro l’alopecia androgenetica richiedono una certa costanza con, ad esempio, applicazioni locali e/o assunzioni di preparati per bocca giornalmente. Quando il fenomeno è sotto controllo si può invece ampliare l’intervallo tra un’applicazione e l’altra a 2-3 giorni. Questi “intervalli” tra le applicazioni sono portati solo ad esempio: ogni persona è un caso a sé e pertanto la terapia va modulata all’inizio secondo le peculiari caratteristiche e, nel corso della cura, secondo la responsività soggettiva. Diversi sono gli scopi perseguibili di una cura per l’alopecia androgenetica: ■ Notevole rallentamento del fenomeno ■ Arresto della caduta ■ Ricrescita di nuovi capelli Solo per fare un esempio dei risultati che oggi si possono ottenere, studi molto recenti hanno dimostrato che il trattamento con una sola delle sostanze attualmente in uso induce il mantenimento della chioma presente all’inizio della cura nel 32% dei soggetti, un arresto della caduta e la ricomparsa di qualche capello nel 22% dei casi e la ricrescita vera e propria di capelli nel 40%.
Eleana Ferrari - expert advice - consigli per il paziente

Prof. Dr. Eleana Ferrari Papassava

Medico chirurgo, Biochimico e Nutrizionista che esercita principalmente in Italia, Inghilterra e Cipro. Con una lunga tradizione familiare indirizzata alla medicina e alla cura del benessere, Eleana è nota per il suo approccio olistico con il paziente, che le consente di armonizzare la ricerca del miglioramento estetico con il benessere globale dell’individuo.